mercoledì 19 novembre 2008

La festa del novello


musica dal vivo e la pappa bruskette e frittelle

mr. Rabbit



la pizzica dal vivo


i bambini futuro






quel che resta del novello...


lunedì 17 novembre 2008


C'era una volta la beccheria.
Mica una semplice macelleria come si dice oggi. E il beccaio era il suo risultato: un bestione con un sorriso ironico sulle labbra, il dente d'acciao o d'oro, una manualita con la mannaia ed i coltelli da far accapponare la pelle ed un bancone altissimo con la bilancia rossa che campeggiava al suo centro. Appesi ai ganci i quarti di carne con i timbri rossi e sotto di loro la segatura per l'assorbimento del sangue residuo.
Quando vi entravo accompagnando mio padre, mi prendeva un magone, ma un magone...
Avevo una fifa blu in quel posto dove aleggiava forte l'odore di sangue. E mi terrorizzava lo sfregare dei coltellacci sull'affilatoio, mi veniva la pelle d'oca (e mi viene tuttora al ricordo!)
E la maestria del beccaio all'uso dei coltelli era meravigliosa. Tagli perfetti, fettine tutte simili per spessore e grandezza.
Oggi beccai non ce ne sono più, solo macellai nel senso più ampio della parole, che hanno abdicato l'arte del coltello, della mannaia, dell'arma bianca insomma, alle macchine, spersonalizzando il personaggio del beccaio che pure aveva una sua stima nella società paesana grazie alla sua bravura.

mercoledì 12 novembre 2008

La locomotiva

...ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire a quanti curvi
il fischio che si spande in aria
"Fratello non temere io corro al mio dovere"
trionfi la giustizia proletaria...

F. Guccini, tanti tanti anni fa.
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lunedì 10 novembre 2008

CI SIAMO?












Indove siete?
Qui la foto è a "sinistra" ma credo doverla spostare inverso il centro!
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giovedì 6 novembre 2008

Alterazioni di Stato

Alterato.
Svanito in un dubbio rugginoso, in uno dei tanti pertugi che il crepuscolo lascia aperti prima di sprofondare nella notte, con una urgenza di gentilezza e d'affetto, è troppo chiedere amore e dover piangere per essere ricambiati?
C’era merito nel rallegrare le vostre vacanze raccontando
semplicemente le mie storie di ieri?
E vi scrutavo mentre noleggiavateun poco d'aria ai braccianti e alle loro vacche e poi regalare quasi gratis e a bizzeffe anni di fango ed altrocon promesse indecenti.
Vi spulciavo fino a scoperchiareuno per uno i vostri nascondigli pienidi scheletri con ancora brandelli di sensi appesi, col rimpianto della mia ingenuità persa già dalla prima fossa dove la curiosità moriva sorpresa e soppressa dai vostri <> e dai vostri ammiccamenti da capire, trascinati fuori dai bauli della cortesia al silicone ed io, nascosto dietro note di alberghi a due stelle a volte quasi musicali, protestavo le mie poesie sventolandole come bandiere per chissà quale illusione di futuro.
E nei salotti potevo strizzare i capezzoli delle contesse sempre madri o figlie di qualche madre/figlia e frustarle e farmi frustare a nove o diciotto code, carnefice e schiavo di quelle voglie celate dietro veli di fard e fondotinta, come un porcaro che si rallegra quando la scrofa figlia molti porcellini.
E la scena si ripeteva ogni giorno sempre uguale ed è difficile aprire gli occhi se occhi non si hanno ché questo mondo, l’astuto inganno, li ha cuciti col filo dello spot, nel rumore di scatole piene di vuoto e rotte come le mie.
Ed avevo paura.
Ma ora sarete voi che dovrete avere paura perché vi cercherò e vi stanerò dal mio e dai vostri nascondigli uno ad uno e passandomi davanti in fila indiana come i minuti interminabili di questo delirio, vi giudicherò e condannerò senza appelloPosted by Picasa